lunedì 20 agosto 2007

Naturalismo e Verismo: definizioni


Il Naturalismo è un movimento letterario che nasce in Francia come applicazione diretta del pensiero positivista e si propone di descrivere la realtà psicologica e sociale con gli stessi metodi usati dalle scienze naturali.
Il Verismo è un forte movimento letterario realista che si afferma negli anni '70 e riproduce sostanzialmente nella sua poetica quella del Naturalismo francese, ma con caratteri regionalistici derivanti da una situazione economica e sociale segnata dal ritardo dell'industrializzazione e dalla centralità della questione contadina.
Alla fine del 1870 quando l'Italia era stata appena costituita in unità ed i problemi esistenti si erano fatti più acuti e pressanti, quando la questione sociale dei rapporti fra patronato e masse lavoratrici stava diventando pericolosa per la stabilità sociale, gli scrittori veristi italiani, prendendo le mosse dal naturalismo francese, elaborarono le loro teorie letterarie creando opere che modificarono il modo d’intendere l’arte dello scrivere.Il modo di concepire la letteratura da parte del verismo italiano fu ben diverso da quello del naturalismo francese.
Gli autori della teoria verista furono Luigi Capuana (1839-1915) e Giovanni Verga (1840-1922), entrambi siciliani ed entrambi milanesi per scelta artistica.Avvenne proprio a Milano la diffusione, politica ed ideologica oltre che letteraria, del naturalismo francese. Il naturalismo francese volle essere di effettiva denuncia sociale, ed, infatti, fu la denuncia sociale il contenuto dell’opera d’arte del naturalista francese più apprezzato in Italia, Émile Zola.
L’immagine di questo scrittore era quella del romanziere scienziato e realista che non temeva di lottare contro le piaghe della società borghese industrializzata.
Zola era lo scienziato positivista che aveva fiducia nel progresso per migliorare le condizioni dell’umanità.Il Naturalismo francese positivista, vedeva quindi nel progresso scientifico la possibilità per l’umanità di affrancarsi da stenti e fatiche.
Nasce così il romanzo sperimentale che indaga la realtà degli esseri umani, studia l’interagire degli uomini tra loro, esplora i meccanismi psicologici per vederne le storture e poterle così raddrizzare.
Il romanziere non è più il letterato in senso poetico, ma è un intellettuale scienziato. Su di un metaforico tavolo della dissezione c’è l’animo umano, c’è la psiche con le sue debolezze e grandezze, ed anche l’ambiente dove si nasce, si cresce e si sviluppa il carattere, diventa motivo d’indagine.
I naturalisti pensavano quindi che appena possedute le leggi universali dell'agire umano sarebbe bastato intervenire sugli ambienti e sugli individui in modo scientifico per poter migliorare la società.
Lo scrittore assume pertanto un preciso impegno sociale e politico, quello di aiutare le scienze politiche, sociali ed economiche a regolare la società, eliminando i problemi della criminalità.
Secondo Zola il lavoro dello scrittore-scienziato può svolgersi soltanto in uno stato in cui vi sia un regime repubblicano democratico che utilizzi gli strumenti della scienza moderna per realizzare il progresso e il benessere degli uomini.
Milano, che era la città italiana più vicina all’Europa industrializzata per lo sviluppo economico e sociale, era l’ambiente intellettuale adatto ad accogliere un prodotto come il Naturalismo figlio dei tempi moderni.
Felice Cameroni fu tra i sostenitori più fervidi di Zola e con i suoi articoli su vari giornali milanesi, fece conoscere lo scrittore francese.La sinistra milanese colse subito l’importanza delle nuove tendenze ma fu culturalmente ed intellettualmente debole: non fu, cioè, in grado di formulare né un linguaggio letterario nuovo né una teoria artistica coerente e valida.
Furono proprio i due conservatori siciliani: Capuana e Verga ad elaborare una teoria letteraria che, come detto, prese le mosse dal Naturalismo per divenire subito autonoma ed indipendente. L’ammirazione per Zola era condivisa ma si muoveva da una prospettiva diversa. Luigi Capuana ebbe un’importanza fondamentale come critico nel diffondere la conoscenza di Zola. Il modo che però ebbe Capuana di intendere la letteratura fu fondamentalmente diverso da quello del Naturalismo francese.
Innanzi tutto lo scrittore siciliano respinse quella che per lui era una subordinazione della letteratura alla scienza.La letteratura non doveva servire per dimostrare o avallare teorie scientifiche sperimentali. Capuana respinse inoltre, e con lui Verga, l’impegno politico e sociale dello scrittore.
Quando Capuana nel 1881 recensì I Malavoglia di Giovanni Verga affermò:
Senza dubbio l’elemento scientifico s’infiltra nel romanzo contemporaneo…; ma la vera novità non sta in questo. Né sta nella pretesa di un romanzo sperimentale, bandiera che Zola inalbera arditamente…. Un’opera d’arte non può assimilarsi un concetto scientifico che alla propria maniera, secondo la sua natura di opera d’arte. Se il romanzo non dovesse far altro che della fisiologia o della patologia, o della psicologia comparata in azione… il guadagno non sarebbe né grande né bello. Il positivismo il naturalismo esercitano una vera e radicale influenza nel romanzo contemporaneo, ma soltanto nella forma, e tale influenza si traduce nella perfetta impersonalità dell’opera d’arte.
Quindi Capuana e Verga accettano il metodo scientifico perché esso risulta essere una forma nuova o meglio innovativa nel percorso artistico letterario. Ma la scientificità si manifesta nel come l’artista crea le sue figure, i suoi personaggi, nel come lo scrittore organizza il suo materiale espressivo.
L’opera d’arte deve essere impersonale, deve parlare da sé; il principio della Giovanni Verga (tecnica dell'impersonalità) come fatto formale è il motivo centrale del Verismo italiano, al posto dello sperimentalismo scientifico del Naturalismo francese.

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